Nuestro compañero, el profesor Matteo Mancini acaba de publicar su libro Tiziano e Leone Leoni in viaggio con il Principe Filippo D’Asburgo (Madrid, Doce Calles, 2019).
In coincidenza con il giorno di Tutti i Santi del 1548 il giovane rampollo di Carlo V salpava dal Golfo di Roses presso Girona con destinazione a Genova, la prima tappa del suo periplo per i domini dei regni di suo padre, come recita l’inizio del frontespizio del Felicíssimo Viaje, la dettagliata cronaca di quel viaggio scritta da Juan Cristobal Calvete de Estrella, e soprattutto, pubblicata già nel 1552 a ridosso del rientro in Spagna del principe. Una cronaca che ci ha raccontato per filo e per segno i trasferimenti, le feste, gli archi di trionfo, la presenza presso la corte del principe di protagonisti e personaggi secondari ma che ha occultato un episodio centrale per la Storia dell’Arte del Cinquecento: durante circa due mesi della comitiva che accompagnava Filippo fecero parte due degli artisti più importanti dell’epoca, Tiziano Vecellio e Leone Leoni. Comprendere l’importanza di quella doppia presenza si trasforma-nelle pagine di questo libro-in una avvincente avventura per i suoi protagonisti ma anche, e soprat-tutto, per provare a sciogliere alcuni dei nodi essenziali, tra silenzi, omissioni e fantasmi, di una delle relazioni di committenza tra le più importanti del Cinquecento che ebbe come protagonisti, per quasi trent’anni, proprio il giovane principe d’Asburgo e il pittore di Pieve di Cadore.
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